Dorothy Johnson: il western raccontato da una donna

 

Una donna che scrive western? Può suonare insolito ma in realtà è la penna americana più arguta e convincente che abbia letto sinora. Dorothy Johnson è l’autrice di L’uomo che uccise Liberty Valance, tradotto da Nicola Manuppelli e pubblicato in Italia da Mattioli 1885 per la collana Frontiere.

 

L'isola dove volano le femmine

Uno stile inconfondibile e originale

Si tratta di una breve raccolta, quattro racconti in tutto, il primo da il titolo all’opera: L’uomo che uccise Liberty Valance, Un uomo chiamato cavallo, L’albero degli impiccati, Una sorella scomparsa. Quattro storie sapientemente raccontate da Johnson, tre delle quali divenute celebri trasposizioni cinematografiche, seguendo il filone narrativo western, con una cura del linguaggio più che minuziosa e uno stile inconfondibile.

 

 

Dal Montana con furore

Storie di praterie, di fuggitivi, di cercatori d’oro, di ladruncoli, di folklore e audacia. Una scrittura che si fa leggere tutta d’un fiato, magnetica, mai prolissa ma sempre sul pezzo, asciutta, con dialoghi giusti, mai ridondanti e un’ambientazione cruda che prende piede dalla realtà in cui visse l’autrice. Nelle parole di Dorothy Johnson ritroviamo infatti il Montana, terra di spazi sconfinati e cieli polverosi. Dopo una carriera costellata di premi e riconoscimenti, Johnson approda in Italia grazie a Mattioli 1885, la casa editrice specializzata in letteratura americana, classica e moderna, che non sbaglia un colpo.

 

Penna magnetica e sguardo acuto

Lo sguardo dell’autrice sul mondo western è acuto, incisivo, personale, spudorato e sincero. L’uomo che uccise Liberty Valance celebra a tutto tondo un filone in cui a primeggiare sono sempre stati autori maschili e porta Dorothy Johnson a inserirsi ufficialmente nel patrimonio culturale americano. Senza ombra di dubbio, l’unico libro western che sia stato capace di tenermi incollata alle pagine.